Artemiscience | Anno II – Numero 2
Pubblicato il 1 agosto 2024 alle ore 11:25
L’EDITORIALE
Il 90% dell’universo è costituito da energia. Energia oscura. Ovvero sappiamo che c’è altrimenti non spiegheremmo l’espansione dell’universo stesso, ma non sappiamo come è fatta. Una fontedi energia può essere infatti prodotta in diversi modi.
Abbiamo solo l’equazione di Einstein per interpretare l’energia dell’universo: E=mc². O meglio, per interpretare ogni forma di energia esistente, in un costante ed equilibrato rapporto tra massa ed energia.
Prendendo quindi spunto dalla teoria relativistica di Albert Einstein, si può affermare che ciò che non manca nell’universo, nel nostro universo, è proprio l’energia. E però, al contempo, è anche la risorsa più ricercata e ambita dal genere umano, fin dai suoi primordi.
Il problema è che non abbiamo, ancora, la capacità di crearla, sufficientemente per le nostre ambizioni, senza nuocerci. Abbiamo scelto, nella nostra evoluzione, le forme più semplici per produrre energia, spesso solo per affermare la volontà comune ma, sovente, anche singola, di affermarci, in un meccanismo evolutivo estremamente competitivo in cui accanto al benessere abbiamo messo l’apparire.
Ricordate il film di Kevin Costner Rapa Nui? Ebbene sì, una storia d’amore che ha sullo sfondo l’autodistruzione del popolo dell’Isola di Pasqua, antesignano dei nostri tempi, che fece terra bruciata, letteralmente parlando, della propria terra, attivando un processo di cambiamento climatico che li portò all’estinzione. Più in grande è quanto stiamo facendo con la foresta amazzonica e contestualmente con la produzione di energia da componenti fossili, ai quali siamo ancora indissolubilmente legati anche per alimentare il nuovo parco elettrico dell’automotive. Tema che ha portato grandi aziende automobilistiche a ritornare sull’alimentazione all’idrogeno.
E in effetti questo è l’ipotetico futuro.
L’idrogeno. In particolare la sua funzione nella fusione nucleare, quella che permette al Sole di brillare ed emettere energia per miliardi di anni, l’elemento più diffuso nell’universo. Ma l’obiettivo è ancora lontano, mentre i problemi derivanti dal cambiamento sono già presenti. Oggi produciamo energia da fonti alternative molto maggiore che nel passato, con un incremento importante. Ma non è sufficiente. E anche l’iniezione di energia da fissione nucleare sembra non dare abbastanza respiro perché si possa invertire il processo.
Siamo in un Cul de Sac?
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Natura non facit saltus, scientia facit
La natura non procede per salti, la scienza sì. Se l’evoluzione umana ha un cammino piano e costante, così come l’evoluzione dell’universo, la conoscenza dell’uomo procede per balzi, intuizioni, accelerazioni, portando l’essere umano a conoscere le vastità dell’universo di cui rappresenta una piccolissima, infinitesimale parte. È la meraviglia dell’intelletto. Nell’astronomia e nell’astrofisica questo è particolarmente evidente perché l’uomo è arrivato a concepire e poi a provare ipotesi che sono più grandi, molto più grandi, dell’uomo stesso.
di Giovanni Bignami e Francesco Rea con Concetto Calafiore, Marta Vitalini, Francesco Serratore, Nicola Nosengo regia Francesco Rea collaborazione di Davide Coero Borga e Francesca Aloisio
Dalle Torri alla Luna
Nel quadro più ampio del Protocollo di intesa “Economia della Scienza e della Conoscenza” promosso dal MIUR, l’Università di Roma Tor Vergata, ENEA, CNR, INFN, NAF, ASI, il Municipio Roma VI e il Comune di Frascati collaborano al progetto Smart Urban Sustainable Area – SUSA finanziato dal MIUR. Il minidocumentario descrive il progetto che si prefigge di valorizzare in chiave inclusiva l’area sud-est del territorio romano, rendendolo un distretto di scienza e conoscenza tramite la diffusione della formazione, della ricerca e il trasferimento e della tecnologia.
Regia Marco Spagnoli – Produzione Cinecittà – Istituto Luce
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